COSTRUZIONE DEL MODELLO D'ARSENALE

DELLA

NAVE DA GUERRA WASA

APPARTENENTE ALLA MARINA REALE SVEDESE

 

 

CLAYTON JOHNSON

 

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Italian translation by Salvatore Piras

 

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Innanzi tutto, prima di intraprendere la costruzione del mio modello, ho dovuto effettuare numerose ed approfondite ricerche .Dopo un primo approccio con il Vasamuseet di Stoccolma (Svezia) ho avuto l’opportunità di essere messo rapidamente in contatto con Fred Hocker Direttore della Sezione Ricerche del Museo al quale espressi la volontà di realizzare un modello d’arsenale del Wasa , riprodotto pertanto esattamente in ogni singolo pezzo come nella realtà, senza semplificazioni di alcun genere.

 

 

 

A questo proposito mi fu riferito che, non essendo stato rimosso alcun pezzo della struttura dello scafo, non si poteva conoscere con esattezza come lo stesso fosse stato realmente realizzato,e, in modo più preciso quale sistema si fosse adottato per le varie fasi costruttive delle singole ordinate A suo tempo, il re di Svezia Gustavo Adolfo aveva ingaggiato per la costruzione del Wasa dei maestri carpentieri olandesi ai quali era stata inoltre affidata la direzione dei lavori dei cantieri navali. Il loro sistema di costruzione consisteva nel disporre sulla chiglia sia la struttura del quadro di poppa, che la prua, unitamente alla parte inferiore del rivestimento che costituiva in effetti la stiva. Successivamente su quest’ultima parte venivano fissate le parti inferiori delle ordinate (scalmi), e, mano a mano che si innalzavano su ciascuno scalmo le parti superiori, si facevano correre longitudinalmente alla lunghezza della nave dei robusti incintoni che servivano appunto da guida all’innalzamento dei singoli componenti di ciascuna ordinata.

 

 

 

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Ecco, attraverso uno splendido diorama all’interno del Museo, esemplificato il sistema costruttivo olandese a cui sopra abbiamo accennato. Rammentiamo a questo proposito, che, non essendo stata rimossa alcuna parte del rivestimento e delle ordinate, ancora una volta siamo costretti a ribadire l’impossibilità di determinare con esattezza come realmente l’imbarcazione fosse stata costruita, e conseguentemente il modello che ho realizzato, non ne è l’esatta copia fedele, ma si è dovuti procedere nell’eseguire il manufatto con una certa approssimazione .Approssimazione che non significa affatto pressappochismo, ma che è il limite dell’indagine investigativa dovuta all’ottimo stato di conservazione della nave (non la si poteva di certo sezionare immolandola sull’altare della “scienza”!).

 

 

 

 

 

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Image Courtesy of Statens Maritima Museer and drawn by Eva Marie Stolt.

 

Questo diagramma illustra solo parzialmente il posizionamento delle ordinate le quali risultano disposte in modo disordinato, tipico delle costruzioni navali olandesi. A questo proposito Fred rimarcava che benchè questo modo disordinato fosse una caratteristica peculiare delle costruzioni navali dei maestri carpentieri olandesi, proprio in merito al procedere dei suddetti lavori, vi è una specifica di carattere generale che in qualche modo ne traccia le linee fondamentali :

 

“Una ordinata standard è costituita dal madiere (che poggia sulla chiglia) al quale andrà aggiunto (su entrambi i lati) un “ginocchio/staminale”; successivamente verrà applicato un primo scalmo (la cui parte finale terminerà poco al di sopra del falso ponte) e successivamente un secondo che terminerà all’altezza dei sabordi del secondo ponte di batteria, e infine un terzo ed ultimo scalmo che posizionava la sua parte inferiore nella parte superiore del primo ponte di batteria e si innalzava il tanto necessario da formare il parapetto della nave. A questo punto bisogna fare una precisazione importante. Per l’esecuzione dei sabordi, era necessario recidere numerosi scalmi, determinando in tal modo un indebolimento della struttura e, per ovviare a ciò, nella parte superiore della nave, tra uno scalmo e l’altro, ove lo si reputasse opportuno, venivano inseriti dei pezzi di riempimento che conferivano robustezza e ovviavano al problema a cui pocanzi si accennava. Aggiungiamo inoltre che le parti superiori dei primi scalmi erano alquanto irregolari, come daltronde le parti finali dei secondi scalmi e le parti inferiori degli scalmi superiori. Inoltre, le ordinate non sono perfettamente perpendicolari alla chiglia, ma sono leggermente oblique verso l’esterno a poppa e a prua, invertendo tale caratteristica verso l’interno mano a mano che si procede verso la parte centrale della nave. Notiamo inoltre che, essendo le ordinate fissate sul rivestimento e adattate a questo piuttosto che il contrario, non vi era alcun bisogno di verificare che esse fossero perpendicolari alla chiglia e parallele fra loro. Era sufficiente infatti assicurare un buon riempimento fra un’ordinata e l’altra e un buon adattamento fra loro in termini di sovrapposizione. Mancano completamente a poppa quelle famose ordinate oblique, e la prua è strutturata alla maniera olandese. Al posto degli scalmi obliqui verso prua, troviamo i madieri che si prolungavano fino alla parte interna della prua, normali nella parte curva , e degli scalmi fissati nella loro parte anteriore. Gli scalmi di cubia, che sono dei massicci pezzi di legno della lunghezza di circa 1 metro di lunghezza, sono uniti nella parte più alta dei primi scalmi, e, in prossimità di essi, troviamo degli scalmi che corrono paralleli ad essi e che riempiono gli spazi fra gli scalmi di cubia e la maggior parte degli scalmi dei madieri.”

 

In questo tipo di costruzione non esisteva un sistema che permettesse l’esatto posizionamento verticale delle ordinate sulla chiglia sulla base di un progetto all’uopo realizzato”.

 

 

Dopo aver ricevuto queste informazioni, ed unitamente alla lettura di altri documenti,

ero ormai pronto alla realizzazione dei piani costruttivi relativi alle ordinate del mio modello.

 

 

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Vista longitudinale della disposizione delle ordinate .(Ritengo sia molto aderente ala realtà o quanto meno le eventuali approssimazioni o semplificazioni sono minime.)

Ho provveduto inoltre a realizzare il disegno di ogni singola ordinata dal quale si evincesse inoltre da quante parti o componenti ognuna di esse fosse formata sempre nel massimo rispetto della realtà costruttiva dei maestri carpentieri.

 

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Piano di un’ordinata. Ne ho dovuto disegnare ben 90 per realizzare il modello.

Coloro che fossero interessati al metodo da me seguito per la realizzazione del piano completo delle ordinate, o che necessitino di tutte le informazioni che reputino opportune, possono visitare il mio sito :

 

http://clayton707.googlepages.com/frameloftingpracticum-research

 

 

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Costruzione della chiglia, del dritto di prora e di quello di prua.

 

Per la loro realizzazione ho utilizzato i seguenti materiali: ciliegio, noce, tiglio e betulla. Per un’ottima rifinitura di tutte le parti del modello ho adoperato vernice al poliuretano che, oltre a fungere da turapori e preservare il manufatto dall’umidità limitandone i danni (l’umidità trasforma il legno in una sorta di “elastico” restringendolo o dilatandolo a seconda della sua maggiore o minore presenza ), ed assicurandogli un ottimo aspetto finale.

 

Dopo l’assemblaggio della chiglia del dritto di prora e di prua, ho realizzato per ciascuna ordinata (ovviamente utilizzando ciascuno dei 90 disegni) una copia di sagome, che, dopo essere state trasferite sul legno di appropriato spessore, unitamente alle parti costituenti ogni singola ordinata, mi hanno permesso di avere a disposizione tutti i pezzi necessari per iniziare la fase vera e propria del montaggio.

 

 

 

 

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Il sistema di Charles Davis.

 

 

Per assembrale il tutto, ho utilizzato il sistema di Charles Davis da lui splendidamente illustrato nel libro “ The built up ship model” per il Suo modello di “ Brig of war Lexington”. Si tratta in definitiva di utilizzare delle strutture formate da due sagome perfettamente parallele tra loro e perpendicolari alla chiglia (ottenuto ciò per mezzo di listelli che longitudinalmente uniscono dette sagome) ciascuna riproducente il profilo di ogni singola ordinata e che assicurano un perfetto parallelismo (man mano che si procede) fra un’ordinata e l’altra, e al contempo la loro perfetta perpendicolarità alla chiglia.

 

 

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La foto illustra un’altra fase del montaggio delle ordinate per la cui realizzazione sono stati adoperati i seguenti tipi di legno: betulla, acero, melo, noce e cedro dell’Alaska.

 

 

 

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 Sistema usato per tenere perfettamente aderenti le varie ordinate ai listelli laterali. Notare, che i segni presenti sui listelli sono punti di riferimento per tenere perfettamente in posizione le parti superiori delle ordinate.

 

 

 

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Montaggio in fase avanzata.

 

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Montaggio delle ordinate durante varie fasi di assemblaggio, con posizionamento finale degli incintoni di rinforzo.

 

 

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Per realizzare gli incintoni, ho usato il tasso che è stato successivamente colorato di nero, dopo l’installazione.

 

Il montaggio degli incintoni, rappresenta un passaggio critico dell’assemblaggio in quanto la loro funzione è quella di tenere perfettamente unite tra loro le ordinate conferendo nel contempo robustezza allo scafo.

 

La fase successiva ha visto la costruzione del dragante a destra e a sinistra del dritto di poppa, e la realizzazione dei sabordi per i cannoni, come illustrato nelle foto successive.

 

 

 

 

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Dopo aver completato quanto detto sopra, ho proceduto con il realizzare il fasciame esterno della nave;

in particolare quello tra gli incintoni è stato eseguito in noce.

 

 

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Fasciame esterno completato.

 

 

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Notare che la parte inferiore della nave (a sinistra della foto) non è stata ricoperta con il fasciame, per dar modo all’osservatore di rendersi conto del processo costruttivo dello scafo ed in definitiva come fosse stato realizzato.

 

Un particolare non trascurabile!

 

 

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La rifinitura dello scafo è avvenuta utilizzando a questo scopo della vernice al poliuretano.

Notare il realismo del fasciame unitamente ai punti di giunzione tra gli incintoni; il tutto in perfetta aderenza all’aspetto originale del Wasa.

In definitiva il mio modello del Wasa nella sua esteriorità è la copia fedele dell’originale.

 

La fase successiva ci ha visto impegnati a realizzare il fasciame all’interno della nave con l’installazione dei dormienti. a destra e a sinistra dello scafo, e il cui scopo è quello di fornire il sostegno ai bagli.

 

Il fasciame interno è stato realizzato in acero.

 

 

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Come si può notare osservando al foto sul suo lato destro, e leggermente in alto, vi sono tre bulloni che, pasando attraverso i sabordi, con relativi dadi e borchie, assicurano, ( una volta che sono ben stretti) in modo efficace i dormienti alle ordinate.

 

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Per il fasciame interno della prua della nave, necessitiamo (data la complessità della struttura) di morsetti di grandi dimensioni .

Si tratta anche in questo caso di un altro passaggio critico della costruzione.

 

 

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 Maggiormente i morsetti vanno in fondo sfruttando la loro lunghezza, tanto meglio svolgono il loro lavoro!

A questo punto abbiamo completato il fasciame interno.

 

 

 

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Il fasciame è completato sia esternamente che internamente….

 

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Dopo aver ultimato il lavoro di cui sopra ed aver realizzato i sabordi dei cannoni, ho iniziato la fase relativa alla costruzione della struttura dei ponti.

Ho deciso di iniziare con il ponte più basso, evitando la costruzione del falso ponte dal momento che non sarebbe stato visibile.

 

Prima di intraprendere questo lavoro, ho sistemato all’interno del modello ( tramite un’opportuna apertura nello scafo) numerose micro lampadine (LED) che, una volta accese avrebbero permesso di illuminare in modo conveniente, l’interno del modello e sarebbe stato pertanto possibile apprezzare tutto il lavoro svolto.

Questa è stata la sola soluzione o quanto meno la più razionale da adottare in questa fase.

 

L’autonomia delle lampadine è di circa 20 anni in via continuativa, e, dal momento che sarebbero state accese solo saltuariamente, avrebbero avuto una durata superiore alla mia esistenza.

 

 

Tutte le parti utilizzate per la realizzazione dei ponti, sono state immerse nell’acqua per alcuni giorni, avvolte in in una panno umido, ed infine asciugate in un forno a micro onde.

 

Successivamente tutti i componenti sono stati inseriti in uno speciale attrezzo da me realizzato il quale, tenendo ben stretto il tutto, ha potuto fornire ai singoli pezzi la forma più adatta per simulare la curvatura dei bagli.

 

 

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Ecco lo strumento da me utilizzato per realizzare quanto esposto precedentemente. In ogni caso, comunque, per realizzare bagli di grosse dimensioni, sono dovuto ricorrere ad un attrezzo di maggiori dimensioni.

 

 

 

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Fase avanzata nella costruzione del primo ponte di batteria.

 

Notare l’andamento irregolare dei braccioli dei bagli nella loro parte superiore. Successivamente con opportuni tagli si sarebbe ovviato a questo inconveniente, fornendo al tutto un andamento perfettamente regolare, al fine ultimo di adattare a questa parte la sistemazione del trincarino.

I braccioli dei bagli sono stati realizzati utilizzando cedro d’Alaska, mentre per i bagli si è ricorso al tiglio.

 

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Vista dal basso.

 

 

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La foto illustra il posizionamento del trincarino (realizzato in noce) lungo i lati del ponte.

Notare che le sporgenze dei braccioli non esistono più in quanto opportunamente tagliati per dare adito alla sistemazione del trincarino.

 

 

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Vista dell’interno guardando verso poppa.

Si noti l’andamento dei bagli verso l’alto, ed i trincarini all’interno del modello.

 

 

 

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Vista dell’interno illuminata dai LED.

Sono visibili sul tricarino degli spazi che successivamente sarebbero stati opportunamente riempiti posizionandovi i braccioli dei bagli del ponte superiore (secondo ponte di batteria).

 

 

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Struttura del ponte con trincarino e ghirlanda di prua in noce, la maggior parte dei bagli in mogano, e le corsie in cedro d’Alaska.

 

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Vista della prua, guardando verso poppa.

 

Una volta ultimata la struttura del ponte, ho provveduto a ricoprire solo una piccola porzione dello stesso, e cioè il tanto necessario per poter posizionare una parte dei modelli dei cannoni da 24 libbre . Dovetti far ciò (copertura parziale del ponte) al fine di poter permettere alla luce sia naturale che dei LED di poter filtrare tra le parti della struttura permettendo di poter vedere quanto più possibile i dettagli dell’interno.

La copertura, realizzata in noce. è stata eseguita tenendo conto delle dimensioni originali del Wasa e tale da risultare il più aderente possibile alla realtà, come evidenziato dall’immagine successiva.

 

 

 

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Era venuto il momento di realizzare i modelli dei cannoni da 24 libbre e posizionarli sul primo ponte di batteria. Ho tornito a questo proposito una matrice in corniolo e successivamente ho scolpito con il cesello tutte le decorazioni e gli ornamenti presenti sul cannone originale.

 

 

 

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L’area del focone (da dove si dà fuoco alle polveri) è riccamente decorata, ed osservando attentamente si può notare la scritta “GARS” e 1626 i cui significati sono rispettivamente l’uno l’abbreviazione di Gustavo Adolfo Re di Svezia e l’altro l’anno di fusione del cannone.

Sono tutti dettagli che ovviamente rispecchiano l’originale.

 

Per la fusione dei cannoni mi sono rivolto ad una ditta statunitense, la Micro- Mark la quale mi ha fornito il materiale per la costruzione dello stampo, della matrice, del talco per evitare l’incollaggio delle colate, ed una lega in bismuto che consente la fusione a 280 gradi F.

Inoltre, tengo a segnalare che presso la predetta ditta, è disponibile una piccola, ma esaustiva guida da un prezzo molto contenuto che è di validissimo aiuto a chi fosse interessato a muovere i primi passi nell’interessante campo della fusione dei metalli.

 

http://www.micromark.com/

 

Una volta entrati in questo sito. cliccare nel settore relativo alle fusioni (casting)..

 

 

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Questo è lo splendido aspetto dei cannoni una volta terminati. (Sulla sinistra notare la matrice).

 

 

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Il pezzo d’artiglieria è sistemato sul proprio affusto, ed ognuno di essi è costituito da 30 pezzi usando rispettivamente metallo e legno (nella maggior parte betulla).

 

 

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Ed ecco tutti i pezzi d’artiglieria del mio modello.

Dopo aver costruito tutti gli affusti , era venuto il momento di montarvi i cannoni, e di attrezzare l’artiglieria con i paranchi, che, assicurati alle murate, avrebbero consentito la trincatura di ogni singolo pezzo.

 

 

 

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I cannoni sono sugli affusti pronti per essere trincati (assicurati alle murate in modo tale che il rinculo non li faccia scappare via!).

 

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La batteria di tribordo è pronta ad aprire il fuoco!

Nel frattempo avevo eseguito altri dettagli che sarebbero stati montati nella parte centrale del ponte. E più precisamente...

 

 

 

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L’argano del primo ponte di batteria realizzato in melo.

 

 

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Le grosse bitte del suddetto ponte in ciliegio.

 

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LGli accessi al primo ponte di batteria (melo), i ceppi delle ancore, il gherlino (che legato alla gomena permette di far salpare l’ancora), ed altri diversi e numerosi dettagli.

 

 

 

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Vista dall’alto dei dettagli del primo ponte guardando verso poppa.

 

 

 

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IL primo ponte è ultimato.

La fase successiva ci avrebbe visto impegnati nella realizzazione del secondo ponte.

 

 

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Notare come gli staminali o ginocchi vanno ad incastrarsi negli spazi del trincarino e come i cannoni si posizionino perfettamente tra essi in modo del tutto naturale.

 

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Uno sguardo verso poppa.

 

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Vista del lato di tribordo.

Per la costruzione del primo ponte ho adoperato lo steso materiale impiegato per il secondo.

 

 

 

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70 et 71 - Ponte superiore con la corsie, ghirlanda di prua, trincarino ed alcuni bagli dei ponti minori.

 

 

 

 

 

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72 et 73 - Un sguardo sul primo ponte, attraverso un sabordo.

 

 

 

 

 

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74 et 75 - Fase avanzata nella realizzazione del ponte superiore.

 

 

 

 

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76 - Falso ponte relativo alla cabina del comandante.

 

 

 

 

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77 et 78 - Asta di governo del timone e pompa di sentina.  (ho tradotto alder in ontano che è un tipo di legno)

 

 

 

 

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79 à 81 - Ecco come si presenta il lavoro ultimato nella parte inferiore dello specchio di poppa.

 

 

 

 

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82 à 84 - Ed eccoci a posizionare le sculture di poppa.

 

 

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85 à 87 - Realizzazione ed installazione dei carabottini.

 

 

 


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88 à 95 -  Ed ecco come si presenta il ponte superiore a lavoro ultimato.

Bene! Sono arrivato fino a questo punto!

Ritornate sul sito ogni qualvolta lo desideriate, dal momento che verrà periodicamente aggiornato con nuove immagini relative allo “stato di avanzamento lavori”!

 

 

 

 

 

 

LE SCULPTURE

 

Il Wasa era abbellito da oltre 700 sculture.

Le ho realizzate da un bel po’ di tempo, ma non è mia intenzione appesantire questa parte illustrandoVi le fasi delle loro realizzazioni. In ogni caso, per saperne di più, potete visitare il mio sito, e cliccare nella sezione relativa alle sculture :

 

http://clayton707.googlepages.com/carvingpracticum

 

Posso comunque informarVi che per esse ho impiegato i seguenti tipi di legni :corniolo, agrifoglio, pero svizzero, melo, tasso ed una minima parte di betulla.

 

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Sculture relative alla parte anteriore del castello (o cassero) di prua.

 

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Ornamenti delle balaustre…..

 

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…. quelli rappresentati dalle maschere dei leoni e posti all’interno dei portelli dei cannoni con relative corone…..

 

 

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….degli apostoli e delle cavigliere…….

 

 

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….dell’esterno del castello di prora…….

 

 

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…..del vano timoneria……

 

 

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….della galleria di babordo…..

 

 

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ed infine di tribordo.

 

 

Bene!

 

Non mi resta che esprimere i più vivi ringraziamenti a Fred Hocker , Direttore del reparto Ricerche del Vasamuseet, ed a Hervè Sasso per aver reso possibile la realizzazione del mio modello e di questo servizio fotografico.

 

http://clayton707.googlepages.com

 

Per eventuali domande o commenti :

 

Clayton707@yahoo.com

 

Vi rammento ancora una volta che il sito verrà periodicamente aggiornato e che pertanto potrete avere l’opportunità di seguire sino al suo termine lo svolgimento della costruzione del mio modello del Wasa!

 

 

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